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CARO WALTER

Per adesso solo stilettate, sul partito “fluido” e sulle “alleanze sbagliate”. Ma fra qualche giorno vedrete come si scatenerà la canea dei conservatori, a cominciare dal massimo capo della politica irridente, dimenticando in quale condizione il segretario del Partito Democratico abbia preso tra le mani non un ammalato ma un moribondo, nel tentativo di rianimarlo. Se così non fosse stato le cose sarebbero andate peggio, molto peggio per la sinistra.

Basti guardare a due soli risultati: Roma e Foggia. A Roma la torta da dividere era già pronta, con i commensali del vecchio centro-sinistra ansiosi di mettersi a tavola. Nessuno ha prima verificato l'opportunità di ricandidare a sindaco una vecchia volpe multicolore, che non vuole finire in pellicceria. Toccava alla Margherita e la Margherita ha scelto, senza preoccuparsi del gradimento che il candidato avrebbe avuto da parte di coloro che si aspettavano un cambiamento e soprattutto più laicità. Risultato, centomila elettori di sinistra si sono rifiutati di votarlo.

Anche a Foggia ha vinto la politica di conservazione che, prima delle elezioni, ha attuato spartizioni tra i partiti del centrosinistra, senza curarsi di lasciare almeno un pezzetto, dico un pezzetto, per l'eventuale apparentamento in caso di ballottaggio. Nella scelta dei candidati, si è fatto come se Veltroni non fosse mai nato: non si sono tenute primarie, né maxi né mini, e nessuna consultazione della base, tutto calato dall'altro. Nuove figure? Neanche per sogno. Qualche giovane? E perché mai? Le donne? Quelle che ci sono bastano e avanzano. Eppoi, lo facciamo per loro, tanto non verrebbero elette.

Meglio pochi ma buoni, avranno pensato nelle segrete stanze. E giù spartizioni tra DS e Margherita, come se il partito voluto da Veltroni, ben più ampio di una fusione a freddo, non avesse mai visto la luce. Da qui si comprende quali motivazioni ha avuto la vera e propria rivolta di elettori e dirigenti Democratici, in alcuni comuni anche grandi della nostra provincia, non sedata neanche durante il ballottaggio.

Caro Walter, è da qui che devi ripartire, se non vuoi che il tuo sogno, e quello di tanti che la pensano come te, faccia naufragio. Gli avversari non sono fuori dal tuo partito, ma dentro di esso. Sono i dirigenti recalcitranti, i quali sono convinti che, costi quel che costi, una conduzione tra pochi sia più redditizia di quella tra tanti; che con l'esaltazione del merito tu dimostri solo di essere un illuso; che pacchetti di voti, clientele e cordate, già dedite a rendere asfittico il nuovo partito, pagano più di questa tua voglia di rinnovamento. Certi dirigenti, e i loro accoliti, quando pensano a te, mormorano con Eduardo: “Adda passà a nuttate”.

 

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