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M’ILLUMINO DI MENO

Una torcia è partita da Milano per portare la speranza che possa esserci un’energia pulita, al grido: “Meglio sole che male illuminati”. Essa era dotata di minipannelli fotovoltaici per accendere led a bassissimo consumo, col fine di ricordare l’Italia che si alimenta con fonti rinnovabili - comuni, scuole, aziende e privati cittadini - attraverso pannelli fotovoltaici, piccoli impianti eolici o idroelettrici. La manifestazione è proseguita nella capitale, con una festa rischiarata da luci a impatto zero, per dare forza al lume della sostenibilità ambientale: un pannellino solare che accende dei led, un minieolico che alimenta un’ecolampada, una dinamo a pedali che dà energia a un faretto. La grande protagonista dell’evento è stata un’enorme sfera, forse la più grande lampada illuminata da fonti rinnovabili, che ha incendiato il cielo di Roma grazie all’energia prodotta da cinquanta ciclisti, impegnati in un’impetuosa pedalata collettiva. Sembrerà strano, ma tutto questo avviene mentre il mondo guarda indietro, a vecchi sistemi di produzione energetica, che hanno già dimostrato la propria pericolosità e la sciagurata necessità di occultare negli oceani ed in tanti altri siti, noti ed ignoti, le proprie scorie a smaltimento millenario. Noi, nuovi barbari del terzo millennio, lasceremo alla futura progenie, nelle acque e nelle fenditure del pianeta, i segni della nostra sventatezza, che permarranno almeno fino al quarto millennio, a ricordo della nostra inguaribile ingordigia. Una bolletta della luce più bassa, dicono tra gli applausi i protagonisti del fare, val bene il rischio della vita. E questo, mentre le nostre città sono illuminate come fossero luna Park; i mezzi pubblici sono scarsi; le auto, che potrebbero già oggi andare ad emissioni zero, consumano petrolio; le case vengono illuminate da lampade ad incandescenza; l’energia solare ed eolica viene ancora sotto utilizzata e tutto il mondo è impegnato ad idolatrare i consumi.

 

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