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SE S'ALZA IL PIL, LA BORSA SI AFFLOSCIA
Cessiamo di parlare di sicurezza ed insicurezza; dell'immondizia che ammorba l'aria; di inquinamento che domina il nostro ambiente; di inamovibilità del ceto politico. Parliamo invece di scuola, vera emergenza nazionale. I nostri connazionali stanno tutti con le tasche cucite, per la paura che qualcuno, magari lo stato, possa infilarci dentro le proprie di mani e, poi, tutto vada come vada. E chi se ne frega delle ultime statistiche dell'Istat che pongono l'Italia in fondo alla classifica dei 27 paesi europei, per scolarizzazione e rendimento scolastico.
Dati come questi dovrebbero farci impallidire e aprire un grande dibattito in tutte le trasmissioni televisive e sui giornali. Invece tengono banco sempre gli stessi argomenti: le pensioni, il Pil, la mancata crescita dei consumi, le povere massaie che non possono arrivare a fine mese, dovendo pagare la rata della palestra per il figlio, della scuola di ballo per sé, del televisore ultimo grido, della macchina nuova del marito e il botulino promesso alla figlia.
La scuola viene dopo, anzi non viene proprio, visto che dei dati Istat nessuno si è preoccupato. Nessuno si chiede se per caso è proprio qui l'origine del male. L'assenza di ricerca ci fa dipendenti dall'estero per quasi tutti i brevetti, il che vuol dire per quasi tutti i prodotti; l'ignoranza e l'assenza di regole sta creando giovani spesso spostati o veri bulli, di cui la società già paga le tristi conseguenze; i tanti professori “ope legis”, che hanno invaso negli ultimi decenni le nostre istituzioni formative, dalla scuola elementare all'università, hanno prodotto somari più di loro; l'assenza di valutazione e di merito che vige nella scuola, ha creato demotivazione all'insegnamento. Eppure, nell'ultima campagna elettorale, tutti i partiti hanno dedicato pochissima attenzione al problema, per non dire nessuna.
Del resto anche gli elettori avranno pensato così: i dati Istat hanno certificato che il sistema scolastico italiano è fallimentare e bisognerebbe porvi rimedio o almeno bisognerebbe cominciare a pensarci? Ma se il Pil sale e non crescono i consumi, la borsa si affloscia e la svalutazione s'impenna, le azioni falliscono e l'Alitalia non vola, la sicurezza è insicura e il lavoro ci logora, vogliamo la pensione e basta così.
Che gran caciara. Meno male c'è Cogne, che ci riempie le serate. E chi se ne frega se ragliano tutti in questa specie di stalla!
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