Alla festa di San Valentino ci siamo scambiati promesse d’amore eterno, ma non tutti conoscendo bene cosa esso sia. Ed allora, per saperne di più, andiamo a vedere l’amore esistente nel mondo immaginario di Pandora, un ecosistema primordiale, ricoperto da foreste pluviali, con alberi di trecento metri, ed abitato da altissimi umanoidi, chiamati Na’vi. Per raggiungere lo scopo, mascheratevi a carnevale da Avatar; entrerete così in un rapporto empatico con gli indigeni e tutte le creature di quel pianeta, compresi gli alberi, che sono legati tra loro, in una sorta di rapporto sinaptico, attraverso le radici. E solo allora potrete dire “IO TI VEDO!”. Sentirete il cuore pulsare al ritmo di quello del vostro amore, mentre assaporerete la pace universalee l’armonia incorruttibile del creato. Nel film, uomini del futuro provenienti dalla Terra vogliono sfruttare l’unobtanium di Pandora, un cristallo ferroso superconduttore che potrebbe risolvere i gravi problemi energetici che assillano il nostro pianeta. Essi hanno perso ogni speranza che la via diplomatica possa risolvere le controversie planetarie, come già oggi avviene in tante parti del nostro pianeta. Così la spedizione di una fantomatica RDA (Resources Development Administration), formata in gran parte da marines al comando dal colonnello Quaritch, punta alla distruzione dell’Albero Casa, sotto cui il minerale giace in quantità; senza minimamente preoccuparsi di annientare l’intero villaggio Na’vi. Ma noi forse siamo lontanissimi dallo spirito dei nativi di Pandora, che vivono in piena simbiosi con la natura. La volontà di accaparramento di beni materiali ed il nostro crescente narcisismo ci hanno tolto la capacità di essere in sintonia con gli uomini e tutti gli altri esseri. Più che figli del pianeta Pandora, siamo figli della mitica Pandora, la quale, avuto da Zeus in dono un vaso con l’ordine di non aprirlo, non tardò a scoperchiarlo, riversando sull’uomo tutti i mali del mondo e lasciando solo sul suo fondo la speranza.