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LA SINISTRA CHE NON C’È
Ogni crisi non solo mette in evidenza gli errori commessi, ma anche offre la possibilità di ristrutturare la propria condotta, per non sbagliare di nuovo. La crisi, quindi, può essere salutare, se sappiamo guardarvi dentro. Questo vale a livello personale e sociale. La fuoriuscita dalla crisi sociale può avere modalità diverse, a seconda se avviene da destra o da sinistra. La destra, troppo legata alla finanza “creativa”, al liberismo sfrenato ed all'individualismo senza controllo, non vede l'ora di tornare ai vecchi amori e copiosi consumi. E la sinistra? C'è una via d'uscita per la sinistra? Certo che c'è. Ciò avviene se si rilancia la cooperazione e si riducono i costi dovuti alla parcellizzazione degli interventi; si punta sull'economia verde e la bonifica ambientale, creando nuovi posti di lavoro, aumentando la qualità della vita e riducendo le spese, sanitarie ed assistenziali, per malattie causate dalle sofisticazioni e dall'inquinamento; si incrementa l'energia pulita ed il risparmio energetico; si sviluppa la ricerca scientifica e si utilizzano i brevetti; si istituiscono asili nido, case-famiglia per gli anziani impediti, e tutte quelle strutture che permettono l'impiego, senza l'assillo dei lavori domestici, di una risorsa che si chiama donna; si migliora il livello dell'istruzione, non più parcheggio per alunni e professori, ma fucina di vere professionalità; si riduce drasticamente la pubblicità, col conseguente abbassamento dei prezzi di tutti i prodotti; si spostano risorse dallo “sport” seduto (leggi calcio) all'attività agonistica per i giovani; si evitano assistenzialismo ed elargizioni clientelari, per destinare maggiori fondi agli investimenti; si valorizza il merito, nell'interesse di tutti. E, per finire: si esce dalla crisi se non si pensa più all'individuo come consumatore, bensì come cittadino.
Questo ha fatto Zapatero in Spagna e sta facendo Obama negli USA. Vi sarà, un giorno, una Sinistra anche in Italia?
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