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I NUOVI GIOVANI
Mi piacciono questi giovani. Dopo tanti vituperi contro la gioventù senza valori, senza motivazioni, senza nulla, eccoli là i giovani di oggi, venuti su bene, a dispetto di pessimi genitori, della frantumazione delle famiglie, di insegnanti scettici e senza passione, di una classe politica scadente, dedita solo al raggiungimento del proprio tornaconto personale, di una televisione sempre più spazzatura, che per i propri affari non si perita di rovinare dei giovani le coscienze. Come questo sia avvenuto non so neanche io e, sinceramente, non me l'aspettavo. Si può condividere o non condividere il loro pensiero, le loro parole d'ordine, i loro slogan ma, smentendo chi li voleva abulici bamboccioni dediti solo a drogarsi e passare il tempo a non far nulla, eccoli lì, i nuovi giovani, con nella testa i propri sogni, valori da contrapporre a questa società spesso impresentabile.
C'è chi li vorrebbe ancora così e fa riferimento ad una maggioranza silenziosa che non esiste, che non ha nulla da chiedere, nulla per cui lottare; mentre ci sono mille cose da chiedere da parte dei giovani: dalla pace e la giustizia sociale alla irrisolta questione morale, alla riduzione dell'inquinamento, per evitare il rischio di disastro ambientale, con la possibilità che il nostro futuro ci venga definitivamente sottratto, per una sciagurata concezione di crescita economica, che non tiene in alcun conto l'esigenza di preservare il nostro pianeta e la nostra stessa vita.
Qualcuno parla di strumentalizzazione dei giovani. Ma da che parte, visto che rivendicano una scuola ed una università pubbliche sia i giovani di destra che di sinistra? E poi, avete visto i loro comportamenti? A parte una scaramuccia senza significato, sollecitata ad arte dai soliti provocatori alla Cossiga, questi giovani non solo manifestano, ma fanno lezione in piazza. Noi sessantottini non lo avremmo mai fatto. Chiedono più scuola, più università e più studio; noi facevamo più casino ma non chiedevamo più scuola e più studio; soprattutto non chiedevamo il riconoscimento del merito, perché avversavamo la “meritocrazia”. La sinistra, politica e sindacale, su questo versante ancora non marcia. Altro che strumentalizzazione di sinistra.
Mi sono chiesto in tutti questi giorni come mai, estromessi dal parlamento, i “sinistri” non tentassero la via dello scontro di piazza. Bruciare qualche bandiera e distrarre l'attenzione dalle grandi e composte manifestazioni è sempre stato il loro pezzo forte. Poi li ho guardati questi giovani, mentre manifestavano. Un cordone di mani, legate le une alle altre e cinte intorno a tutto il corteo, mi ha fatto capire che questi giovani, seri e belli nella loro normalità, hanno saputo tenere lontano ogni strumentalizzazione ed ogni infiltrazione di coloro che avrebbero avuto in animo di fare caciara. Ancora una volta, rendere un favore al padrone.
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