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GIRO DI VITA

Karl Marx denominava “accumulazione primaria” quell'accantonamento di risorse per le quali l'economia agricola si è andata trasformando in economia industriale. Senza quell'accumulazione, forse saremmo rimasti ancora al latifondo. E funziona così anche nelle nostre famiglie, dove l'accantonamento di parte dei nostri guadagni ci consente di avviare un acquisto importante, sposare un figlio, accendere un mutuo e tutelarci dagli imprevisti del futuro.

Ma oggi, si sa, l'aumento del petrolio ha creato una situazione abbastanza incresciosa per la ripresa dell'inflazione, mentre non sappiamo ancora rassegnarci a tornare indietro, a non vedere volare nostra figlia ai Caraibi o alle Maldive, in viaggio di nozze, dopo aver acceso la serata più importante della sua vita con fantasmagorici fuochi.

Così, piano piano, tra matrimoni, battesimi, prime comunioni, anniversari dei diciott'anni, e via solennizzando, non solo non si riesce più ad accantonare quel prezioso risparmio che ci rende più sicura la vita, ma si è incominciato a toccare, già da un pezzo, la ricchezza messa da parte nei tempi di vacche grasse. E siccome quella riserva comincia pericolosamente a scarseggiare, qualcuno ha pensato di metter mano ad un'altra riserva, accumulata proprio quando abbiamo preso l'abitudine di considerare putrida l'acqua del rubinetto di casa, indispensabile il cellulare per tutti i membri della famiglia, poco appetitoso il pane e, perfino, non più gradito il bordo della pizza, che i nostri giovani, ormai senza ritegno, lasciano nel piatto. Insomma, con la finalità di risolvere il problema, i governanti giapponesi hanno pensato di porre mano all'altro accumulo, quello dei grassi, con una legge varata due mesi fa, che prevede la misurazione del giro-vita dei dipendenti pubblici e privati, stabilendo dei limiti. Chi li supera ( 85 centimetri per gli uomini e 90 centimetri per le donne) sarà invitato a mettersi a dieta. Dopo sei mesi dalla prima visita sono previste multe, se non si saltella come un fringuello.

Pensate se queste “misure” fossero imposte anche in Italia. Tutto andrebbe al suo posto, come per incanto: gli ospedali funzionerebbero molto meglio, con minore affollamento e, soprattutto, meno diabetici ed infartuati; lo stato risparmierebbe un bel mucchio di soldi e potrebbe abbassarci le tasse; i nostri bambini sarebbero più attivi e meno obesi; si ridurrebbero notevolmente i rifiuti; potremmo fare meno file ai supermercati; saremmo più felici perché non assillati dai consumi; e cesserebbe il fastidioso piagnisteo delle massaie, che ci ricordano ogni giorno di non poter arrivare a fine mese.

 

 

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