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LA FEBBRE DI GEO
Non userò questa volta nessuna ironia, non voglio dare appiglio a chi finge di non capire. Sto per parlare di un fatto terribilmente serio, perciò staccate la spina da mamma Tivù e cercate di ascoltare. Mentre nel mondo felice si festeggiano le mille piccole libertà conquistate, perfino la libertà di non pensare, la nostra Terra ha la febbre e rischia di colare a picco. Gli scienziati di tutto il mondo, riuniti a Copenaghen, cercano di convincere i capi delle nazioni che la situazione è davvero grave e presto anche noi potremmo pagare il conto della nostra ingordigia. Ci sono stati già segnali inquietanti di quello che entro pochi decenni potrebbe accadere; cosicché l’umanità si trova ad affrontare una grave emergenza ambientale. Se le cose continueranno così, a fine secolo, per l’effetto serra ed il rapido scioglimento dei ghiacciai, si determinerà l’aumento dei mari e degli oceani di almeno un metro e mezzo, con la conseguente scomparsa di moltissime coste in tutto il mondo, delle isole Maldive e di Londra, Manhattan, Hong Kong, Venezia e perfino buona parte della mia città, Manfredonia. Se non volete credere agli scienziati, molto allarmati per le condizioni di Geo, ascoltate almeno le parole del Papa, il quale ha lanciato un appello al vertice internazionale sul clima, con l’invito: abbiate rispetto per l’ambiente, salvate i giovani. Ed io che vi conosco molto sensibili agli appelli del Papa, il quale vi chiede di convertirvi, so che siete già pronti ad intensificare la vostra fede. Ma lui, questa volta, non chiede più fede, ma qualcosa a cui difficilmente vorremo rinunciare. Esorta tutti a cambiare “stili di vita”, a consumare meno, essere meno frenetici, meno eccitati e fare della sobrietà il nostro nuovo costume. Ci chiede di evitare gli squilibri mondiali e puntare tutto sulle risorse rinnovabili. “Alla fine, tutto dipenderà dalla somma dei comportamenti di tutti noi, abitanti della Terra, abituati a scaricare ognuno la responsabilità sugli altri”. |
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