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LA VOCE DELLE DONNE

La nostra lite è durata da San Valentino fino allo scorso otto marzo ed io, per farmi perdonare, decido di portarla in uno di quei ristoranti a lume di candela, per una serata davvero romantica.

Ma avevamo dimenticato, sia io che l'altra metà del cuore, di aver fatto, senza accorgercene, un bel salto dal giorno degli innamorati a quello dedicato alle donne. Perciò, dopo il primo giro per i ristoranti, dove i posti erano già tutti prenotati, decidiamo di rivolgerci ad una pizzeria, anche senza le candele. Niente, nessun posto, neanche in pizzerie senza candele. Allora mi ricordo di quell'esercizio di periferia, che prepara solo pizze da asporto; le candele le avremmo accese a casa. Fermo la macchina ed entro nel locale, ma vedo ch'è tutto diverso, l'ambiente è stato quasi svuotato, per fare spazio ad una trentina di donne mezze assatanate che ruotano per la sala tra urla da camionisti e gesti sconvenienti. Naturalmente nessuno si accorge di me e, dopo un po' di inutile attesa, decido di tornarmene da mia moglie a cui temo di dare una gran delusione.

- Se vuoi, fai ancora in tempo ad andare dalle tue amiche – le dico. E lei risponde che preferisce stare con me, anche a costo di tornare a casa per mangiare pane e pomodoro, all'odore di candela.

Le do un bacio, riconoscente, e le chiedo: - Ma c'è ancora un motivo per festeggiare l'otto marzo?

Mi risponde di sì, ve ne sarebbero mille di motivi per riflettere sul diritto delle donne ad una effettiva emancipazione. Innanzitutto, occorrerebbe consentire alle donne la possibilità di svolgere liberamente e bene la propria attività lavorativa, mettendo a disposizione servizi per i piccoli e gli anziani; superare l'immagine che di esse si dà nei messaggi televisivi, dove appaiono corpi senz'anima o le donne vengono messe su di un piedistallo come oggetti di piacere; pensare di più a tutte quelle che nel mondo, ogni giorno, subiscono violenza. In ogni caso, non è la festa che risolve questi problemi, ma l'impegno quotidiano, nella famiglia e sul posto di lavoro, in cui rivendicare la propria dignità di persona, e le lotte a fianco di tutti coloro che sono interessati ad un mondo più giusto, nel quale l'umanità intera venga liberata.

Poi, per finire il suo discorso, mia moglie si fa portare lontano dal frastuono della pizzeria, che ci arriva anche da fuori. Giunti sul porto, nel silenzio dell'auto, mi dice: - In questo giorno dedicato alle donne, preferisco ripensare a quelle operaie che scioperarono contro le loro condizioni di lavoro e furono, per questo, imprigionate nella fabbrica, a cui venne appiccato il fuoco, ed arse tra le fiamme.

Così, io non ho potuto che dirle: - Amore, ti voglio bene .

 

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