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IL BENE DAL MALE
Ora ci siamo dentro fino alla cima dei capelli. Crisi finanziaria, crisi dei mutui, pericolo d'inflazione, restringimento dei consumi, recessione. Insomma dopo tanti anni, nei quali ci eravamo abituati a vedere crescere il benessere ed i nostri consumi non ci sembra vero che, invece di andare avanti, dobbiamo innestare la retromarcia.
Ma noi che siamo degli inguaribili ottimisti, nella nuova situazione, dobbiamo cercare di tirare fuori il bene dal male. Ed allora esercitiamoci a farlo. La prima cosa è fare quello che ho fatto io. Una bella visita dall'allergologo, che in realtà era una dottoressa molto accogliente, occorre sempre uno zuccherino per buttare giù l'amara medicina. Insomma sono andato da un'esperta, che mi ha fatto un test. Risposta? Sono risultato allergico alle firme. Volete sapere cosa questo voglia dire? Ve lo dico subito. Vuol dire risparmiare un bel po' di soldi. Entrato in un negozio per fare un acquisto per il mio guardaroba, appena la gentile commessa mi dice che, certo, c'è un bel vestito per me, un ottimo abito firmato, io le rispondo, drastico: “Ah no, non me lo dia, anzi non me lo faccia neanche provare, giacché sono allergico alle firme!” Non avete idea di come ci rimane la signorina che non sa più cosa dire e non è neanche capace di andare avanti. E' vero che il mio guardaroba rischia di rimanere spoglio chissà per quanto tempo, ma è anche vero che, perdurando questa crisi che ci è cascata addosso ed il nostro nuovo atteggiamento, potremo trovare un giorno capi non firmati, ma di buona qualità. Basta leggere le etichette, quelle che adesso vengono cucite negli angoli più nascosti e bui bel capo firmato. Se lo trovate, di solito la prima cosa che vi capita sotto gli occhi è “Made in China”, ciò significa che quel capo è stato confezionato nella Repubblica popolare cinese, ma di solito è un sottoscala buio di Milano, o di qualche altra città italiana, dove sono tenuti, insaccati come sardine, schiavi con gli occhi a mandorla anche di otto anni, che lavorano senza tregua o per dodici ore e più al giorno.
Continuando nella lettura, scoprirete la composizione del capo, ad esempio, “lana”. Questo vuol dire che la lana non è pura, ma più probabilmente riciclata e neanche è vergine; così, mentre credete di portare all'altare una fanciulla illibata, in realtà vi potete accorgere durante il viaggio di nozze che, per una volta, la ciambella è risultata col buco.
Insomma amici cari, vedete quanta superficialità ci aveva istillato l'epoca del benessere. Ci viene adesso il dubbio che invece di acquistare prodotti, stavo per dire, in carne ed ossa, acquistavamo illusioni, su cui piccoli e grandi magazzini facevano bene a metter le loro firme, in bellissimo filo d'orato, per certificare: Fregatura di qualità.
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