Le barzellette sono storielle che dovrebbero far ridere. Quando non fanno ridere fanno schifo a tal punto che verrebbe voglia di piangere. La dimostrazione che le barzellette sui carabinieri non fanno schifo la danno gli stessi carabinieri, che a quanto ci risulta non hanno mai pianto, per una barzelletta. Esse fanno leva sul fatto che una volta ai carabinieri non era richiesto un particolare titolo di studio, bastando anche la licenza elementare, e questo faceva da contrasto all’enorme potere d’interdizione ch’essi avevano sugli altri. Perciò, in questo come negli altri casi, la barzelletta, nonostante la sua apparente innocuità, punta a far apparire superiore chi la racconta e mettere in situazione d’inferiorità chi ne diventa l’oggetto. Ma il guaio è che nel mondo c’è solo un terzo della popolazione che usa barzellette, avendo mille motivi per ridere, mentre gli altri due terzi non ridono perché la loro vita è grama e quando non si sono risolti i problemi elementari della vita, come quelli del freddo, della fame e della carenza di acqua, non si riesce a sentire barzellette. Anche se a volte chi è più sfortunato si mette a ridere e scherzare come fosse un pagliaccio, per non pensare che c’è ben poco da ridere a questo mondo. E per dare corpo a questo assunto, io che non ho mai detto barzellette, oggi ve ne voglio raccontare una.
Eccovela. Berlusconi si alza in piedi per raccontare una dietro l’altra le sue barzellette. Sorridono tutti per compiacerlo, ma senza entusiasmo, giacché sono solo freddure. Quando finalmente egli tace per tornare seduto, proprio allora, tutti i presenti esplodono in una irrefrenabile risata. E Silvio nel mettersi seduto chiede: “Ma cos’è che vi fa ridere tanto?” E tutti, in coro: ”È il fatto che mentre ti siedi, non ti sei accorto che qualcuno ti ha già sfilato la sedia da sotto il culo”.