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TIRIAMO GIÙ GLI ACQUISTI

Ogni anno gli italiani buttano nella spazzatura circa 27 chili di cibo a testa. Una voragine che inghiotte cibo ancora commestibile e, in più, danneggia l' ambiente. C’è chi non ama la crosta del pane e chi la mollica. Ma non si butta solo pane. Oggi si compra un prodotto richiesto dal figlio o dal nipote, magari attratto dal regalo, senza che si mangi l’alimento; o veniamo attirati dalle offerte promozionali, ad esempio il 3x2, che con l’illusione del risparmio ci fanno prendere un quantitativo di prodotto superiore al necessario. Anche le feste incidono considerevolmente sugli sprechi di una famiglia. Grandi appuntamenti come il Natale, il Capodanno, la Pasqua e le altre feste apparecchiate dalle industrie ci spingono spesso e volentieri ad apparecchiare la tavola di soperchierie. Del paniere da buttare, la parte del leone la fanno i prodotti freschi, latte, uova, carne, imbustati, mozzarella, stracchino, yogurt, ecc. E poi buttiamo via frutta e verdura, affettati, prodotti imbustati, pasta, scatolami e surgelati. I motivi per cui lo facciamo vanno dall’eccesso di acquisto, alle scadenza dei prodotti, alle offerte speciali, al non gradimento del prodotto dopo l’acquisto, all’acquisto superfluo. Ve l’avevo detto io che la crisi aiuta? Allora, pensando a quanta roba buttiamo, riprendiamo la vecchia abitudine contadina che ci faceva baciare il pane se cadeva a terra, in segno di rispetto per il cibo. Io lo so che quasi non acquistiamo più per mangiare, ma piuttosto per rispondere alla piacevole musichetta della coca cola o all’occhiolino della bella bionda spumeggiante. Ma visto che la crisi non demorde facciamo funzionare il cervello e cerchiamo di essere un po’ meno bambini, se ci riusciamo.

 

 

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