Abstract: Il giovane a quarant’anni non si sente ancora in grado di metter su famiglia.
Il Mare Nostrum è in ebollizione. Dalla Tunisia, all’Egitto, alla Libia, alla Siria, tutti chiedono di cambiare rispetto ai vecchi rais, i quali facevano del governo il proprio privilegio e la personale immunità. Ed anche sulle coste europee le cose non sono messe diversamente.
La Grecia è una polveriera. Ad Atene sono scesi in piazza gli studenti e tutto il Paese è percorso da scontri, anche durissimi, e cariche della polizia.
Non è da meno la Spagna, dove il movimento spontaneo degli “indignados”, formato prevalentemente da giovani, denuncia una situazione economica senza prospettive, con una disoccupazione giovanile di quasi il 40%. Essi vorrebbero una forte risposta per fronteggiare precarietà salariale e sfruttamento degli stagisti.
Unica eccezione, sulla costa che guarda il nostro mare, è l’Italia dove la maggioranza dei giovani allattati fin da bambini dalla pubblicità della mucca Carolina e dal sognante mondo Coca cola, continua a bere dalla Tivù pubblicità a gogo ed ha perciò difficoltà a distinguere il mondo reale da quello virtuale. È una vera e propria situazione di coma profondo, da cui essi hanno difficoltà a risvegliarsi, nonostante la crescente disoccupazione giovanile, il precariato ormai esteso a tutti i giovani e la conseguente precarietà della vita, che fa sì che a quarant’anni il giovane non si senta ancora in grado di metter su famiglia.
Ma negli ultimi giorni si avvertono segni di rientro nella realtà. Vi è qualche lieve movimento della dita, un impercettibile movimento palpebrale, una certa sensibilità periferica. Può essere l’avvio della ripresa, di un ritorno alla realtà.
Gli studenti spagnoli hanno manifestato anche a Bologna per il diritto dei giovani a esistere come cittadini. Chissà che questo non faccia il miracolo e non riceva una risposta positiva quel cartello scritto dai giovani spagnoli, che diceva “Puede Europa!”.
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