Vengo dalla generazione che aveva nel terrazzo un punto d’incontro, specie d’estate quando la penuria di soldi portava noi ragazzi a cercare posti in cui passare il nostro tempo a gratis. Tra questi, il terrazzo era il luogo più importante in cui abbiamo vissuto le prime esperienze d’amore, le conquiste e gli abbandoni, sotto lo sguardo benevolo della luna che, splendente sopra le nostre teste, ci mostrava d’estate il tremolio del mare. Io che avevo un terrazzo enorme svettante sul corso della mia città ero il ragazzo più invidiato e corteggiato dai coetanei. Poi il tempo, la maggiore disponibilità economica, la voglia di divertirsi altrove e l’ora legale hanno causato l’abbandono di quei luoghi ricchi di balli, risate e sospiri senza tempo, determinandone una triste inutilità.
Per tutto questo, oggi non mi sembra vero che il terrazzo possa tornare al suo vecchio splendore e non solo per i giovani. Infatti, dopo il sisma in Giappone, molti si sono convinti che il nucleare non possa essere più considerato una tecnologia sicura per produrre energia, anzi che esso non poteva esserlo già prima, visto che è solo di qualche decennio fa l’incidente di Cernobyl, con la nascita ancora oggi di feti e bambini malformati. E non si può sottacere che oltre agli incidenti, improbabili in pochi anni ma sicuramente possibili in tempi più lunghi, le scorie radioattive debbono essere custodite per molti secoli, se non per alcuni millenni. In questa inconfutabile visione, ogni centrale e ogni deposito di scorie è una specie di roulette russa che potrebbe ad ogni momento sparare il colpo mortale, a noi come ai nostri discendenti.
Allora ecco che anche il mio vecchio terrazzo, ora dormiente e da diversi decenni abbandonato, può riprendere la sua baldanza e ritenersi ancora utile alla società. Dotare i nostri terrazzi di pannelli amici del sole, può voler dire dotare interi condomini di acqua calda ed energia elettrica a volontà, senza più il ricorso al vecchio petrolio, causa scatenante di sordidi ricatti e guerre stellari. Ma cosa vi è di più democratico della possibilità di consentire a tutti di farsi “in casa” la propria elettricità ed alla nostra bella Italia, così ricca di sole, di sfruttare simile inesauribile risorsa?
Voler evitare il referendum, in attesa che nelle nostre teste ritorni il sonno della mente, non vuol dire evitare un voto emotivo, ma farci tornare ad un comportamento sciocco ed irresponsabile sul nucleare.
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