Vi ricorderò questi dati e non mi sottrarrò dalla ricerca della verità. Allora i numeri: 950 manifestazioni in oltre 80 Paesi del mondo. I giovani hanno ben motivo di essere indignati, perché un liberismo senza controllo - che ha anteposto la Borsa all’uomo, ai diritti, alle libertà - si è fagocitato il futuro e le aspirazioni di intere generazioni. Ebbene, questo movimento, con striscioni, parole urlate e coreografie piene di colore si è espresso in maniera pacifica e senza danno in tutte le parti del mondo.
Perché soltanto a Roma è potuto passare il messaggio che queste proteste antisistema avessero il germe della violenza? Perché c’è stata violenza solo in Italia, il luogo dove più di ogni altra parte del mondo si è espressa l’idea che l’individualismo esagerato, il consumismo senza freno, la finanza “creativa”, la corruzione come simbolo di savoir faire, fossero alla base del progresso?
Chiediamoci anche perché un manipolo di delinquenti, dediti alla violenza negli stadi e nelle piazze, ben noti alla polizia, agendo indisturbati per diecine e diecine di minuti, abbiano potuto demolire le porte antiscasso delle banche e gli altri simboli della finanza, ma anche incendiare diecine e diecine di auto dei manifestanti. Le immagini le abbiamo viste tutti e non sembri azzardato pensare che, se non c’è stata grave disorganizzazione delle forze dell’ordine, è possibile un’unica cosa: si è voluto lasciare solo il movimento degli indignati ad affrontare questi teppisti, nella nazione dove il governo ha grande paura di un forte movimento di lotta contro un capitalismo senza lumi e l’unico vero rais d’Europa. Mi si accusi pure di faziosità, me lo merito. Ma prima di farlo, ricordiamoci del G8 e che forse ancora una volta una realtà che ci sembra incredibile potrebbe rivelarsi vera. Il metodo di verifica della verità è sempre quello: a chi giova quello ch’è successo?
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