Abstact: L’ambiente è un bene comune che va preservato.
Due sono le scelte che si pongono davanti a noi. Il rispetto dell’ambiente o lo stato di grazia di fronte al creato. La prima è una forma di cointeressenza, di condivisione della natura di cui anche l’uomo fa parte; la seconda è l’estatica ammirazione del miracolo supremo del creato. Tertium non datur. La terza via può essere solo lastricata dalle pietre dell’inferno, è il rifiuto della vita stessa, giacché deturpare o distruggere l’ambiente in cui si vive significa annullare la stessa umanità, assassinare l’uomo in quanto essenza stessa del creato.
E non venitemi a parlare della bolletta più cara, ma per piacere! Se volete risparmiare, cominciate a spegnere le luci quando uscite dalle stanze e zittite il televisore che fa da stolido sottofondo vocale alle incombenze domestiche, rendendo il vostro cervello sempre più impenetrabile alla riflessione. Poi, visto che il consumo di energia elettrica dei comuni lo paghiamo noi, cominciamo ad esigere che di notte vengano spenti almeno parte dei corpi illuminanti, già eccessivi la sera. Purtroppo non esistono centrali piccole piccole da piazzare sotto il culo di certi nuclearisti impenitenti, né si possono raccogliere le conseguenti scorie a smaltimento millenario in cuscini su cui essi possano posare le loro sciagurate testoline, anche a costo di farsi raggiungere per diverse generazioni dalle maledizioni dei figli e nipoti, ai quali vorrebbero dare il lascito pestilenziale.
L’ambiente è un bene comune e a noi spetta il dovere di passarlo alle generazioni future almeno come l’abbiamo ricevuto. Ma non solo è da stupidi ipotecare il futuro delle generazioni a venire con la costruzione di centrali nucleari; perseguire strade più avanzate di produzione di energia significa anche cambiare in toto la nostra vita, ora abbrutita dalla spasmodica e micidiale ingordigia, che ormai può durare solo a costo di infinite guerre e inarrestabili devastazioni.
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