Che peccato, dopo anni ed anni di festini a go-go ed assalti ai tavoli che non si trovavano se non si prenotava con mesi di anticipo, ora i ristoranti rischiano di restare deserti, ed anche le discoteche, dove prima venivano serviti alcolici e glutei nudi degli spogliarellisti, che si dimenavano per soddisfare l’insaziabile ingordigia di donne assatanate e vogliose di festeggiare così la giornata dell’otto marzo.
Oggi invece, è prevista una lunga giornata di appuntamenti in tutta Italia. A Roma si parte dalla mattina, con riunioni di strada, improvvisamente organizzate via internet o per telefono, per discutere su temi riguardanti le donne e quindi in breve disperdersi. In molti casi, le regole dell’azione vengono illustrate ai partecipanti pochi minuti prima che la stessa abbia luogo. Più tardi, nelle stazioni della metropolitana le donne-libro dell’associazione “Donne di carta” citeranno passi sulla specificità dello sguardo femminile sul mondo ed esibiranno le loro proposte. Nel pomeriggio, le iniziative si concentreranno nei giardini di Piazza Vittorio, con performance dedicate al lavoro, alla danza, allo sport, e proiezioni di video e musica dal vivo. Sul palco parleranno operaie tessili, giornaliste, insegnanti, sportive, scrittrici, migranti, studentesse e cantanti, insomma tutte donne in carne ed ossa, non più solo quelle gonfiate e strafatte da silicone ed ignoranza, bensì donne vere, con pregi e difetti, e tuttavia con la voglia di studio e lavoro, persone libere, non fatte per farsi mantenere o mostrarsi palline di zucchero buone per essere leccate e mangiate. E ci saranno pure le associazioni “Donne e basta”, tutte vestite da oche, e il comitato “Se non ora quando?”, che è già riuscito a portare un milione di donne in piazza.
La cosa fondamentale resta la sveglia, quella che suonerà a Genova in piazza Matteotti, perché occorre approfittare della Festa della Donna non solo per ricordare la necessità di ottenere migliori qualità di vita e di lavoro a tutte le donne italiane e la difesa della loro dignità; ma anche per dare la sveglia all’Italia, assopita sotto il bombardamento mediatico che ci propina ogni giorno consumi e camomilla.
Insomma si parlerà di lavoro e di fatica delle donne, al di là delle vecchie manifestazioni piuttosto rituali per l’8 marzo. Finalmente il profumo delle mimose, che inonderà diecine e diecine di piazze italiane, starà a ricordare quale dolce fragranza abbia l’odore delle donne.
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